Descrizione
L’autrice con il presente contributo analizza il tema del danno da perdita di chance, intesa quale “buona probabilità di riuscita”. Preliminarmente, si sottolinea che solo a partire dalla pronuncia della Cassazione Sez. Un. 500/99 la chance inizia ad essere considerata in termini di aspettativa “di diritto” e come tale suscettibile di essere risarcita qualora sia illegittimamente lesa. Prima di tale momento, per converso, la chance veniva qualificata come una mera aspettativa di fatto. Proseguendo, l’autrice approfondisce il dibattito circa la natura giuridica della chance, ossia se la stessa debba essere identificata con la perdita subita di una possibilità di un incerto risultato finale ovvero con la mancata realizzazione del risultato finale favorevole che, in assenza dell’evento lesivo, sicuramente sarebbe stato conseguito. Ci si sofferma, quindi, sull’analisi delle diverse teorie relative agli elementi strutturali del “danno da perdita di chance”. In particolare, la tesi c.d. ontologica (maggioritaria) -secondo la quale la perdita di chance deve essere qualificata in termini di danno emergente – e la concezione c.d. eziologica -che concepisce la chance come un aspetto del lucro cessante-. In ultimo, l’autrice si sofferma sulla distinzione tra chance di tipo oppositivo -diretta a scongiurare il prodursi di uno svantaggio in capo al soggetto- e chance di tipo pretensivo, quale seria possibilità di conseguire un vantaggio futuro.