Descrizione
L’autrice con il presente contributo analizza il complesso dibattito che ruota intorno ai danni che possono verificarsi durante la procreazione. Inizialmente viene brevemente affronta la questione della sussistenza o meno –nel nostro ordinamento della capacità giuridica in capo al soggetto concepito (non ancora nato), per poi introdurre ed approfondire la tripartizione (operata dalla giurisprudenza) in tema di danni collegati alla procreazione. In particolare, si affronta la questione del danno da lesione al feto: qualora nel corso della gravidanza il medico (specialista che segue la gestante) –con una condotta attiva o omissiva- abbia arrecato un danno al feto, questo –una volta nato- potrà agire contro il primo per ottenere il risarcimento dei danni da lesione del diritto alla salute ex art. 32 Cost. Si prosegue con l’analisi del danno da nascita malformata: la gestante, qualora il medico l’abbia tenuta all’oscuro delle condizioni del feto (patologie, malformazioni etc.), impedendole così di esercitare il proprio diritto di scegliere liberamente se interrompere la gravidanza o meno (al ricorrere delle condizioni di cui all’art. 6 della l. 194/1978), potrà agire contro il sanitario per ottenere il risarcimento del danno subito. In ultimo, viene esaminato il danno da vita indesiderata che, secondo l’orientamento giurisprudenziale maggioritario, non può essere risarcito. Ciò poiché non esiste nel nostro ordinamento “il diritto a non nascere se non sano”.