Descrizione
L’Autrice, con il presente contributo, analizza uno dei fenomeni corruttivi più diffusi nel nostro Paese ovvero il cosiddetto asservimento dell’intera funzione amministrativa o messa a libro paga del pubblico funzionario, interrogandosi, così come avviene in ambito dottrinale e giurisprudenziale, se tali comportamenti debbano essere ricondotti nel delitto di corruzione per l’esercizio della funzione, di cui all’articolo 318 c.p. o nel diverso reato di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio disciplinato dall’art. 319 c.p. Dopo aver esaminato entrambi i citati reati, e le modifiche normative susseguitesi a partire dalla Legge n.86 del 1990, l’Autrice evidenzia l’esistenza di un contrasto giurisprudenziale in ordine alla corretta qualificazione giuridica delle condotte di asservimento della funzione amministrativa, rilevando tra l’altro come una recentissima sentenza, la n. 4486 del 29.01.2019 ritenga che le stesse siano certamente da ricondurre nel delitto di corruzione per l’esercizio della funzione di cui all’art. 318 c.p. Le divergenze in seno alla Suprema Corte richiederebbero, per altro, un intervento delle Sezioni Unite, anche in considerazione del rilievo giuridico e sociale della questione.